Descrizione
Fabrizio Monteverde firma una nuova versione coreografica del “Don Chisciotte” di Cervantes. Il protagonista non smette qui di incarnare la doppiezza, la “con-fusione” degli opposti. In bilico tra intenzioni logiche e azioni assurde, conquista la gloria imponendo la propria illusione sulla realtà: elemento disturbante e artefice del caos, ci dimostra che ognuno è sempre altro da quello che dice di essere in una società che, soprattutto per un Don Chisciotte poeta e mendicante come quello immaginato da Monteverde, è alla rovescia. Un mondo sempre diverso, la cui verità si manifesta solo nella libertà di muoversi al suo interno; una libertà incondizionata che testimonia l’inseguimento di un sogno e il desiderio infinito di amare.
Un Don Chisciotte bizzarro, folle cavaliere, che rappresenta la rivincita del senso “individuale” contro il dominio dell’astratta “universalità” delle leggi umane: una lotta contro i mulini a vento che diventa metafora della ricerca di un’identità, di quella persa dell’uomo fuori dal tempo e del guerriero che continua a combattere una guerra già finita.